Aquila Reale

Sono censite 500 coppie in Italia, per tre quarti vivono sulle Alpi, ma la particolare morfologia del territorio del nord delle Marche, scolpite sulla roccia calcarea del Monte Catria, del Monte Nerone, del Monte Petrano e della Gola del Furlo, combinate alle praterie secondarie che le sovrastano, ha permesso l’insediamento di ben 4 coppie.

L’aquila raggiunge oltre i 25 anni di vita, ha l’obiettivo di formare una coppia e prendere possesso di un territorio molto tranquillo dove costruire il nido e procacciarsi il cibo. Le aquile sono superpredatori al vertice della piramide ecologica, estremamente territoriali e in conseguenza al loro attaccamento all’area in cui vivono, limitano i propri spostamenti e si devono quindi basare sulle disponibilità di spazio (dai 3.000 gli 8.000 ettari) e di cibo che trovano. La vita di una coppia di aquile è scandita da dieci distinte fasi che si ripetono anno dopo anno: tra gennaio e febbraio la costruzione del nido o più spesso la sistemazione di quello usato in precedenza, i rituali di corteggiamento in cui maschio e femmine mostrano vicendevolmente il proprio vigore, l’accoppiamento, la deposizione delle uova, la cova, la nascita dei pulli di solito nel mese di aprile, la svezzamento che dura fino a 3 mesi, l’involo delle giovani aquile, la convivenza dei genitori coi figli che apprendono i segreti della sopravvivenza, la partenza dei giovani per un viaggio di migliaia di chilometri e alcuni anni che permetterà loro di farsi una vita e garantire la prosecuzione della specie.

L’aquila reale (Aquila chrysaetos) appartiene alla famiglia degli accipitridi; ha una lunghezza totale di circa 90 cm, un’apertura alare tra i 180 cm (maschi) e i 230 cm (femmine), un peso che va dai 3 ai 5 chilogrammi. Le penne remiganti possono raggiungere la lunghezza di 60 cm. Le aquile sono attive soprattutto nelle giornate calde, quando possono approfittare delle correnti ascensionali. Lo spettro alimentare delle aquile va dalla lepre ai micro-mammiferi, dai rettili ai grossi insetti, dagli uccelli di media taglia agli anfibi. Le femmine depongono fino a 3 uova e le covano per circa 40 giorni: normalmente due si schiudono. I pulli sono completamente ricoperti di un piumaggio bianco e sovente solo uno di essi giunge alla fine dello svezzamento: se le risorse alimentari non sono sufficienti o se ci sono differenze sensibili nella dimensioni dei nidiacei possono verificarsi episodi di cainismo, in cui uno dei pulli uccide l’altro.

A tutela delle aquile reali la legislazione ambientale ha consentito di creare aree ad alta protezione nel raggio di 500 metri dai siti di nidificazione, col divieto di avvicinarsi sia in escursione, sia in arrampicata o con mezzi volanti; per la necessità di tutelare anche le loro prede.

L’aquila reale fa parte della lista esclusiva della fauna selvatica protetta dalla legislazione italiana; la sua uccisione è un reato penale, ai sensi dell’art.2, comma 1 della Legge n.157 dell’11 Febbraio 1992.  Il livello di protezione non riesce tuttavia ad eliminare la piaga del bracconaggio ai danni di questo simbolo della natura: a metà degli anni ’90 due esemplari vennero uccisi a fucilate sul Monte Catria e nel 2005 fu avvelenata, per fortuna non in modo letale, la femmina della Gola del Furlo. Altre cause di mortalità sono i fili dell’alta tensione, che causarono la morte di un’aquila sul Monte Nerone nei primi anni del 2000 e dallo scontro con le pale eoliche rispetto alle quali ci sono infatti forti limitazioni nei territori frequentati dalle aquile.

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